Poesia, 2001

Il gioco è più scoperto, l’ironia è il tessuto stesso del racconto. È cambiato il rapporto con il mondo perché ho scoperto il baro che sottende le cose.
E ora a me piace manifestarlo. Scompigliare le carte e le regole. Prendersi sempre più sul serio per prendere tutto così poco sul serio. Ciò mi diverte e mi rende finalmente libera anche di esprimere queste poesie d’amore che partono dall’incontro tra un uomo e una donna; dal primo degli amori da cui nascono poi tutti gli altri amori: l’amore/passione – l’amore/tenerezza – l’amore/inganno – l’amore che ha sempre un’altra faccia.
L’ironia è il catalizzatore del gioco, specialmente quando si fa più pesante. Alleggerisce l’odio, la rabbia del rifiuto, il dolore dell’abbandono, il silenzio dell’assenza, l’assurdo e il paradosso di questa eternità fittizia vissuta come vera; la consapevolezza dell’inganno, la frantumazione dell’identità in una favola bugiarda.

Il gioco
Faremo ancora quel percorso
ci sembrerà meno faticoso.
Tu non smetterai mai di lavarti sotto la luna.
È tardi, ciao. Andrò con la colonia
di gabbiani della battigia.
Invano cercherai di distinguermi
se sarò una di loro
così imparerai ad amarli tutti.

A ciascuno darai un nome
ma io potrò essere l’altro.
Non ti avvicinare troppo perché impauriti
prenderanno a battere le ali a pelo dell’acqua
se qualcuno più audace rimarrà all’asciutto
lo chiamerai come me.

Non ti risponderà
e il gioco si ripeterà il giorno dopo
e tutti gli altri giorni che saranno
crudele
.

Il baro
Abbiamo guardato i fiumi dell’anima
per scandaglio la ragione
e mentre tacevano si parlava di come sarebbe stato
testimoni i nostri figli.

Le parole andavano da me a te
si allineavano sul disagio
ti sono venuta incontro per prima
temeraria non ho calcolato il rischio.

È andata.

Ma non hai mollato la presa
hai stretto le mie dita che hanno conosciuto il tempo
hai giocato con me. Ci piaceva scoprire il baro.
Non ci irritava più.

Ora dobbiamo essere più scaltri
metterci allo specchio e limare l’immagine
nei bordi sbavati
vedremo se il gioco ci riesce ancora.

Sentiero
L’avventura si esaurisce nel tempo
di un coagulo di pensiero
lascia che il mio inventi fabule
e pronunci nonsense
e al tuo delirare appigli sicuri
ostentati da titoli e figli.

Diamo spazio a questo amore
che chiede parola
prendiamolo per mano
come se fosse per riabilitarne i passi.
Sosterrò i tuoi timori
sempre sulla soglia del vuoto
e non ti chiederò nulla
che non sarai tu a darmi
in quella misura così grande
che accorcerà il tempo.

E poi sarebbe il caso che il desiderio prendesse forma
giù per quel sentiero accidentato
dove il passo si stringe
per non lasciare spazio
quando il ritmo si fa rantolo
ad ogni cambio d’ora
prima che i fantasmi evocati
abbracciandosi si intersecano
e prendono le vie dell’aria.
Morire o tacere?
Tacere.

Che cos’è
Eppure molti si chiedono ancora
che cos’è l’amore.
Se non avessi visto
mi avresti dato i tuoi occhi
se non avessi sentito
mi avresti detto che il mondo
è silenzio

se avessi avuto freddo
avresti spogliato ogni passante
se avessi avuto caldo
avresti spogliato me

se avessi emigrato
mi avresti aspettata

se mi fossi prostituita
se fossi stata una meretrice
avresti pagato tutti gli uomini del mondo
se avessi avuto fame
non avresti mangiato
se avessi avuto sete
avresti raccolto l’acqua da ogni fonte

se fossi stata un’assassina
se mi avessero condannato all’ergastolo
mi avresti aspettato amandomi
davanti al cancello di pena

se mi fossi dannata
mi avresti amata all’inferno.