L’Aforisma, 2022

Mi sono presa la libertà di scriverlo. L’arte sotto mirino. Ci hanno giocato in molti come fossero sentenze. Un gioco serio, certo. Un gioco di pensiero spesso spinto alle estreme conseguenze. Senza pudore. A cominciare da Ippocrate per continuare con Il Manuale di Epitteto e I Pensieri di Marco Aurelio fino ad assumere forma letteraria nel seicento con Pascal e Rochefoucauld. I pensieri mi scoppiettavano nella testa come fuochi d’artificio. Volevano uscire a viva forza. Di prepotenza. Uno dietro l’altro. Uno sopra l’altro. Si accavallavano e rischiavano di non distinguersi. Li ho salvati dal confondersi a mala pena. Non sono certo collocabili tra quelle sentenze stratificate ormai dentro la Storia. Sono pensieri alla mercé del lettore. Mi è piaciuto questo gioco giocato sul Tavolo del pensiero pensante. Un ping pong da aspirante professionista. Che tenga desto l’avversario a prendere la palla e rovesciarla a suo favore.

De Arte

Quando la parola parla l’immagine tace, quando la parola tace l’immagine parla alla parola nella forma che assume.

La parola incontra l’immagine per un Imeneo d’amore nella sacralità di un tempio.

Parole note colori, diversa uguale fattura.

Si coniuga nelle esplorate inesplorate desinenze per raggiungere la forma.

Non deve esprimere ciò che vede ma ciò che sente.

Poesia e musica in relazione di quantità-qualità per essere armonia.

Il pittore usa il pennello come prolungamento della mano, lo scultore usa la mano come prolungamento di se stesso per plasmare la materia che gli deve corrispondere.

Nel pittorilievo il pittore e lo scultore s’incontrano in un dialogo senza parole.

La geometria e la matematica nell’arte giocano spesso di sorpresa e raggiungono la porta.

Il colore, un prepotente silenzioso.

La materia dura è in rapporto dialettico con l’artista che vuole esplorare l’idea e spesso lo costringe ad una lotta impari da trasformarlo in un guerriero non sempre vincente.

L’artista, l’eternità dentro di sé e fuori da sé.

Nel tempio e fuori dal tempio, preghiera e blasfemia.

Nascondimento di sé, svelamento dell’io.